La nascita della sezione. La prima generazione 1945 – 1960
In occasione dell’Assemblea Generale del Cai Brescia, alcuni alpinisti gardonesi prospettano di “riunire tutti gli appassionati alla montagna della valle, per poter far loro conoscere ed apprezzare la bellezza delle Alpi e le entusiasmanti attrattive di quel nobile sport che e’ l’ alpinismo”.
Un annuncio, diffuso attraverso un ciclostilato il 28 luglio del 1945 a firma del presidente della sottosezione Vittorio “Rino” Brusi, cita testualmente:
“Per iniziativa di un gruppetto di soci del Cai residenti nel nostro paese, si e’ costituita in Gardone Valtrompia la Sottosezione del Club Alpino Italiano”. Scopo di questa costituzione e’ per invogliare gli appassionati, specialmente giovani e studenti alla montagna che crea moltissime soddisfazioni, educa strnuamente il fisico, forma il carattere del giovane, interessa l’ intelligenza e apre la mente alla fantasia. Possono essere soci della nostra Sottosezione tutti coloro che abbiano passione alla montagna, uomo o donna. Moltissimi credono erroneamente che soltanto i provetti alpinisti possono iscriversi; invece lo scopo del Cai e’ la propaganda appunto tra coloro che nulla conoscono dell’ Alpinismo, ma che amano la montagna e desiderano conoscerla in tutte le sue altitudini ed in tutte le stagioni.
In queste righe si delineano immediatamente le finalita’ dell associazione e la tendenza ad allargarne la partecipazione e’ sostenuta attraverso la promozione di iniziative come le gite sociali.
La manifestazione del 14 Luglio al rifugio Maniva coincide con l’ inaugurazione della “sezione” e la benedizione del gagliardetto alla presenza del presidente generale del Cai. Il primo Agosto del 1946 la rivista dello “Scarpone” sottolinera i motivi che hanno indotto i protagonisti a tramutare la Sottosezione in Sezione.” Dopo pochi mesi di vita, essa aveva sviluppato una tale attivita’ in tutta la valle, raccogliendo un cosi’ cospicuo numero di soci ed aveva acquistato una tale individualita’, da meritare pienamente la trasformazione in sezione autonoma”.
Mentre si delinea la nascita istituzionale della sezione l’ attivita’ non rallenta ed a fianco della componente escursionistica si sviluppa la soloidarieta’ degli esponenti del mondo imprenditoriale valligiano, che essendo in alcuni casi dirigenti sezionali avviano attivita’ di promozione all’ interno di fabbriche e stabilimenti.
Il 1952 corona i sogni e le aspettative di molti soci: l’ acquisto del rifugio Valtrompia in localita’ Pontogna e’ una realta’ e la sezione tende a farsi promotrice in prima persona dello sforzo logistico e delle iniziative per i primi interventi, sia organizzando incontri con alpinisti famosi che attraverso il lavoro di spettacolo teatrale compiuto dalla Filodrammatica dei soci. Negli anni successivi si sviluppano con particolare successo altre esperienze sportive all’ interno della sezione e il binomio “Pontogna – Sci”, porta alla dimensione agonistica delle gare Nazionali di discesa libera. La sezione di fronte ad impegni di cosi’ grande portata non riesce piu’ ad avere energie sufficienti per condurre e curare le attivita’ sezionali, tanto che la partecipazione diminuisce in modo costante; un dato che rileva questo stato di cose e’ la contrazione del numero dei soci da 233 nel 1951 a 77 nel 1958.
Nuove esperienze. La seconda generazione 1960 – 1979
Gli anni sessanta risultano essere di svolta ed il periodo inizia favorevolmente con al nascita della sottosezione di Collio il 13 Febbraio 1960 e della sottosezione di Villa Carcina nel 1963. Due avvenimenti che confermano una nuova articolazione dell’ intera sezione, una testimonianza della volonta’ di ripresa anche attraverso presenze e ruoli diversificati.Si va verso una diversa concezione della sezione stessa e alcuni soci non sono piu’ definiti solo “consiglieri” ma vengono ufficialmente “incaricati” per particolari settori di attivita’.
Il 20 Giugno 1963 viene eletto presidente della sezione Lodovico “Vico” Bernardelli.Questa seconda fase si caratterizza per la ripresa dell’ attivita’ sociale di gite e manifestazioni, ma soprattutto per la nascita e lo sviluppo dei corsi di sci alpinistico e dei corsi festivi di preparazione sciistica per giovani. Lo scopo dei promotori e’ “invogliare i giovani a frequentare la montagna nelle sue bellezze naturali con cognizioni teoriche e pratiche ch abbiano da rendere sicure la marcia dello sciatore”.
Nei primi anni settanta la sezione raccoglie un consenso che si consolida intorno ai 400 soci. Nella relazione del presidente sulle attivita’ svolte nel periodo 1967 – 1974 oltre a rimarcare con soddisfazione la partecipazione si sottolinea “………una sensibile attivita’ isolata di piccoli gruppi di giovani in gite di alta montagna”. Questo accenno di distacco tra sezione e gruppi isolati mette in luce l’ urgenza e la necessita’ di recuperare l’ identificazione dei soci nel sodalizio. Questo sara’ il cammino che verra’ intrapreso dalla terza generazione e il nuovo consiglio sotto la presidenza di Glauco Campana gestira’ questa fase con un sicuro intento di rinnovamento e con grande attenzione alle esperienze passate. “I vecchi hanno lasciato il posto alle nuove leve”.
Il nuovo tracciato tra qualificazione e confronto. La terza generazione 1980 – 1995
La terza fase della storia del Cai inizia a delinearsi verso la fine degli anni settanta ed il motivo che induce i soci ad intraprendere il percorso di rinnovamento della sezione e’ riassunto in una riflessione del presidente Campana: “Non era piu’ il gruppo di amici ma entita’ viva della societa’ e per cui si doveva uscire, avere contatti con le istituzioni con le scuole”.
La spinta viene dai soci giovani che, oltre a rinvigorire il sodalizio con nuovo entusiasmo, introducono nelle discipline una concezione “moderna” dell’ approccio alla montagna, caratterizzata dalla volonta’ di qualificazione e specializzazione.Anche il Cai a livello nazionale traccia nuovi percorsi che si intrecciano con il rinnovamento in corso in tutto il paese. Questi stimoli ed indicazioni che nascono dal confronto e da un clima decisamente positivo permettono la formazione di istruttori e la partecipazione agli organismi regionali e centrali del Cai. Un’ altra tappa dell’ evoluzione in corso e’ la nomina a presidente del giovane Roberto Ugo Gitti il 30 aprile 1985, ma la sua prematura scomparsa nel Novembre 1985, oltre a colpire profondamente la sezione costringe Glauco Campana a riassumere il ruolo di maggiore rappresentente de sodalizio, incarico che manterra’ fino al 1992. Quando lascia definitivamente la carica dopo 18 anni di presidenza assume il ruolo, quasi simbolico, di anello di congiunzione tra tutte le generazioni che hanno percorso la storia della sezione.
La nascita della scuola di scialpinismo e i primi istruttori nazionali, i corsi di alpinismo, i corsi di speleologia, la prima spedizionie alpinistica extraeuropea “Kenia 89”, il gruppo di escursionismo e non ultime le cariche nelle commissioni regionali, forniscono le basi per un consolidamento delle attivita’ della sezione che dal maggio 1992 e’ guidata da Ireo Trevaini. Molte di queste attivita’ si caratterizzano agli inizi degli anni novanta per lo spirito di iniziativa e per la volonta’ di autogestione sempre nell’ ambito del sodalizio. In questo clima e con buoni presupposti nel 1993 inizia la storia del Gruppo Alpinisti Triumplini con il primario obiettivo di costituire una scuola di alpinismo, obiettivo che si concretizzera’ l’ anno successivo.
Da queste espressioni viene riconfermata la ricerca di qualificazione come uno dei punti trainanti di questa terza generazione.
Nel biennio 1994 – 1995 si conclude il lavoro di riordinamento dell’ archivio della sezione; sara’ percorrendo quei sentieri di carta che il Cai di Gardone Valtrompia per celebrare i 50° anni della fondazione ha potuto lasciare ai soci una straordinaria testimonianza storica custodita nel libro “La Memoria dei Monti”.